Pecios n.116 Inutili suoni

Maestro,

Ci siamo, sono pronto. È arrivato il momento. Ho preparato tutto. Lei dice di amarmi, io non la amo affatto, però mi è cara, tanto cara. Lei ci tiene, mi cerca sempre non mi lascia mai ed è alquanto singolare se la conoscessi…Io la conosco da una vita, siamo sempre stati insieme, cresciuti insieme. Il grande passo dunque per un “per sempre uniti”. Lo dice sempre, anche adesso mi sembra di sentire la sua voce “non ti lascerò mai”, “ci sarò sempre”. Già, sempre, lei c’è sempre…

È una strada che conosco, piana, spoglia, senza ornamenti, senza indicazioni, senza segnali. Una strada deserta. È l’eterno, in un “per sempre” immutabile. Il mio destino, la mia sorte è quella strada e lo so, ne sono certo e ho certezza. Lei con me ed io con lei.

Maestro, ti confesso però che vorrei tanto lei non ci fosse, che mi lasciasse stare; del suo amore non me ne faccio nulla. Non mi serve! Vorrei dirglielo, urlargli “vuoi andare via! Lasciami in pace, sparisci, vattene fatti indietro e mettiti da parte!”.

Vorrei correre lontano e non voltarmi mai più, mai più per nulla al mondo e non rivederla.

Eppure quando prendo coraggio, quando la foga della rabbia si riversa su di lei, le parole, le mie parole, non sono altro che inutili suoni. Sono niente, vacui; io sono nulla.

Mi faccio coraggio per il viaggio con lei al mio fianco. Non temo nulla, nemmeno la morte. È lo svanire che mi spaventa.

Caro Maestro, ti presento Solitudine.     

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